Equitalia può pignorare la prima casa

Equitalia può pignorare la prima casa?

Equitalia, che oggi si chiama Agenzia delle Entrate-Riscossione, è sicuramente una delle realtà meno tollerate da parte dei cittadini, in quanto sempre veicolatore di brutte notizie quando se ne ricevono le comunicazioni. Molte persone che hanno un debito verso questo ente di riscossione, spesso anche di importi non di piccola entità, si sono spesso domandate fino a che punto si possa spingere per veder ripagato il proprio credito. Insomma, la domanda che molti si pongono è la seguente: Equitalia può pignorare la prima casa?

Equitalia può pignorare la prima casa?

Equitalia può pignorare la prima casa: ecco quando

Per non essere a rischio di pignoramento della prima casa da parte di Equitalia in senso assoluto, si deve trattare dell’unica casa di proprietà del debitore, il quale non avrebbe altra casa dove poter andare a vivere. Nel caso invece si possieda più di una abitazione il discorso è diverso, perché in questo caso Equitalia potrà tranquillamente scegliere di pignorare la seconda casa o in alternativa la prima. Per farlo però, anche in questo caso devono essere rispettati determinati requisiti, ovvero il debito deve essere superiore a 120 mila euro, altrimenti il fisco non potrà agire con la messa all’asta della casa. Non solo, se il debito fosse addirittura sotto a 20 mila euro, Equitalia non potrà neanche procedere con l’iscrizione dell’ipoteca sull’immobile.

Insomma, diciamo che, rispetto ad altre figure, il fisco ha più difficoltà nel poter agire con la messa all’asta dell’immobile, e questo permette di essere abbastanza tranquilli nel caso le proprie pendenze debitorie siano solo nei confronti di enti di questo tipo. Inoltre, c’è anche da osservare quali sono le difficoltà a livello di burocrazia per procedere con l’esecuzione forzata. Infatti, Equitalia o qualsiasi altro ente di riscossione, dovrà seguire dei passaggi obbligatori che allungano di molto i tempi di riscossione.

Il primo passo è sempre quello dell’iscrizione dell’ipoteca sulla casa, in quanto senza questo passaggio non si potrà fare alcuna operazione ulteriore. Una volta fatta questa cosa, il secondo passo da fare è quello di attendere ben sei mesi, in quanto solo passato questo periodo temporale sarà possibile procedere con la messa in mora del debitore e richiedere l’esecuzione forzata. Si tratta di una procedura che richiede l’intervento del giudice dell’esecuzione, il quale dovrà fare un sacco di passi prima che l’immobile sia finalmente messo in vendita.

Questi tempi che sono spesso molto lunghi, danno come risultato che, sebbene alla fine si riesca a ottenere il saldo del debito a seguito della vendita dell’immobile, le spese legali che si sono dovute sostenere rendono meno remunerante la situazione. Per questa ragione la procedura esecutiva è quella che possiamo definire come l’”ultima spiaggia”, ovvero un passo che l’ente di riscossione decide di fare quando ha la certezza assoluta che non esiste altro modo più rapido e semplice per ottenere la somma dovuta da parte del debitore. Spesso, laddove possibile, si cerca di trovare un accordo diverso che possa essere ottimale per entrambe le parti, in modo da risparmiare tempo e soprattutto denaro.

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